di Camilla Bruneri
Questa volta la notizia viene
dal primo numero del settimanale “F”, uscito in giugno. Ad aver colpito la mia
attenzione è una cyber rivolta rosa partita da giovanissime utenti del
web che, attraverso YouTube, blog privati e testate online (è proprio il caso
di dirlo: e sarebbero questi i bei risultati dell'insegnamento dell'informatica
nelle scuole?!), hanno cercato di sensibilizzare il mondo su tematiche
economiche, alimentari e femministe.
Una domanda mi sorge
spontanea: al di là della mia approvazione circa i contenuti delle iniziative
di queste ragazzine, è giusto e condivisibile che minorenni appaiano come
madrine cibernetiche politicamente corrette? Forse sì. Saranno però solo
trovate pubblicitarie?
La prima protagonista di
queste storie è la dodicenne Victoria Grant, che sul palco dell'incontro
organizzato dal Public Banking Institute, a Philadelphia, ha criticato la
scelleratezza dei banchieri canadesi. Il suo intervento di sette minuti ha
sconvolto YouTube: il video ha
superato infatti i 200mila clik, diventando una star sui siti Forbes e
Financial Post. La bambina ha infatti lanciato accuse al governo e al sistema
bancario del Canada, sostenendo che basterebbe eliminare le banche private,
consentendo i prestiti di denaro solo da parte di aziende di credito
controllate dal Governo: in pratica una nazionalizzazione del sistema bancario.
Oltre alla verve ammirevole,
mi soffermerò successivamente circa i pensieri della Grant, con i quali non
posso certo trovarmi d'accordo (possibile che il socialismo venga insegnato
nelle scuole elementari?!), ciò che mi ha colpita maggiormente è la
sconvolgente risolutezza di questa ragazzina.
E ancora: una baby-blogger
scozzese, Martha Payne di nove anni, che questa volta lotta contro lo
scandaloso regime alimentare nelle scuole scozzesi (ed in breve di tutto il
Regno Unito). In un solo mese il suo blog, NeverSeconds,
ha totalizzato un milione e mezzo di contatti, collezionando interventi anche
del noto chef britannico Jamie Oliver, che si è proclamato a favore
dell'iniziativa. La Payne ha infatti cominciato a pubblicare una foto al giorno
dei piatti serviti nella sua mensa scolastica (la Lochgilphead Primary School
di Argyll), aggiungendo sempre più particolari allo stato dei pasti, al prezzo,
al punteggio di gradevolezza e al numero di bocconi servito. Questa sua
lodevole iniziativa è stata premiata, riuscendo ad ottenere più frutta, verdura
e pane per lei e i suoi compagni (da buona appassionata enogastronoma non posso
non appoggiarla), ma se non ci fossero state le telecamere della BBC ad
intervistarla sarebbe comunque diventata una nutrizionista in erba,
seguitissima dal popolo del web come un vero guru?
Julia Bluhm, ballerina di
quattordici anni, è la più femminista del gruppo: questa ragazzina si batte
contro l'anoressia continuamente mistificata dalle testate giornalistiche di
moda. Basta fotografie di modelle ritoccate digitalmente per farle apparire
sempre più magre, che messaggio state dando alle ragazzine?! Una perplessità
che nasce dall'osservazione delle sue compagne di danza, già in lotta con la
bilancia. Inutile dire che anche la Bluhm ha ottenuto grandi risultati: il
settimanale Seventeen, ma anche Glamour e Vogue, hanno accolto la richiesta di
pubblicare meno foto ritoccate (o non ritoccate per niente), a seguito di
sondaggi promossi sulle pagine degli stessi giornali.
Ed è l'ultimo caso, forse
quello più in sordina, che mi sento di ammirare maggiormente: il corteo
promosso dalle studentesse della scuola Morvillo-Falcone di Brindisi, a seguito
della tragedia del 19 maggio scorso. Queste non sono già più bambine, dopo un
fatto del genere si impara a crescere anche se non si vuole, in un mondo che
sembra pretendere solo questo. Il prezzo non indifferente però è quello di
lasciare delle spaventose lacune nella giovinezza dei nostri bambini. E così
Noemi, quindici anni, è intervenuta dal palco della manifestazione, parlando
davanti a una platea di 10mila persone
(casualmente solo 4mila sono state dichiarate dalla questura!), lanciando lo
slogan “Io non ho paura” in ricordo della compagna Melissa Bassi.
Lungi da me voler criticare
sterilmente le iniziative nate sul web, attraverso il quale molte cause hanno
potuto vedere la luce (tra le quali anche la nostra con questo blog), ma
l'alternativa concreta di un corteo che lega la gente attorno ad un'idea è
molto più che semplice folklore.
Vi invito comunque a
collegarvi al video YouTube della Grant che, per quanto da me non condiviso, è
di sicuro forte impatto (soprattutto se pensiamo su quali testate
giornalistiche è stato pubblicato). “Vi siete mai chiesti perché il Canada è
indebitato? Vi siete mai chiesti perché il governo imponga tante tasse ai cittadini
canadesi? Vi siete chiesti perché i padroni delle più grosse banche, anche
canadesi, sono sempre più ricchi di noi?” queste le provocazioni della
dodicenne. Bene , cara bambina, non ti sei accorta che il problema nasce
soprattutto dal governo che tu così strenuamente difendi, proponendo una
nazionalizzazione dell'accesso al credito?!
Non proteggere i nostri figli
dai fatti di cronaca, di politica e dalle tante problematiche sociali
contemporanee può diventare un'arma molto potente, a sfavore della quale non mi
sento di pormi. Ma non dimenticatevi che la semplicità che caratterizza i
bambini può diventare ben più pericolosa. Buona rivoluzione!
Pubblicato anche sul blog The Road to Liberty
Pubblicato anche sul blog The Road to Liberty
"... Com'era costume presso i kanaki nessuno pianse e si strappò i capelli e stracciò le vesti.
RispondiEliminaIl corpo del re fu lavato e deposto sopra il letto di ottone al centro della sua casa."
Camilla mi ha consigliato e prestato qualche anno fa il libro da cui sono prese queste parole, "la regina disadorna" di Maurizio Maggiani.
Anch'io vorrei essere capace come i kanaki di non piangere ed essere triste in questo momento ma non ci riesco...
Addio bagnina è stato bello averti conosciuto!
Collasso Italia! Qui crolla tutto!
RispondiEliminaNonostante tutte le tasse e i balzelli dei tecnici, nonostante il grande salasso di fine anno con il botto conclusivo dell’Imu, nonostante una politica fiscale di lacrime e sangue, l’Italia è comunque prossima al tracollo! L’Ilva che chiude, andando a sommare i suoi 5.000 cassintegrati alle centinaia di migliaia di precari e disoccupati, la Fiat che non si è capito bene dove andrà a produrre e quanto a licenziare, il reddito delle famiglie in caduta libera, 4milioni di contratti in attesa di essere rinnovati, il caro vita che aumenta a dismisura innescando una corsa mortale a chi implode prima tra debito pubblico e sfascio sociale, sistema pensionistico prossimo al default, crescita zero, e poi, neanche a dirlo, tutto da rifare sul fronte scuola, giustizia, sicurezza, pubblica amministrazione, insomma un disastro generale, un caos totale, la fine di una nazione! E adesso, ma non avevamo dubbi in proposito, pure “la sostenibilità futura del Servizio Sanitario Nazionale potrebbe non essere garantita”. Ad affermarlo è il presidente del Consiglio Mario Monti che avverte: “La crisi ha colpito tutti ed il campo medico non è una eccezione. La sostenibilità futura dei sistemi sanitari nazionali, compreso il nostro di cui andiamo fieri potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni. La posta in palio è altissima. Non sono tante le occasioni per me e per i ministri per guardare l'oggi con conforto e il domani con grande speranza”. Insomma prima ci dicevano di vedere la luce in fondo al tunnel e adesso che è buio totale. Delle due l'una: o ci vedono poco, e allora è il caso che si rivolgano ad un buon oculista finchè il Ssn ancora regge, oppure ci capiscono meno, e allora è meglio che si levino di mezzo!!! Intanto quel che resta dello Stato Italiano si prepara all’incasso di fine anno con l’ultima rata a saldo dell’Imu, la più folle della storia del fisco mondiale… ma allora perchè continuare a pagare... ma a cosa e soprattutto a chi serve restare su una barca destinata comunque ad affondare?
Buona rivoluzione!
RispondiElimina